Gentile professor Mario Monti,
leggendo i giornali ogni giorno, sento il bisogno di rivolgerle alcune domande. Mi scusi l’ardire, ma mi sento molto inquieta.
Il 31 dicembre il mio giornale, Il Fatto Quotidiano, pubblica la lettera inviata dal lettore Carlo L. al direttore Antonio Padellaro: “Sono un assiduo lettore del Fatto (…), oggi sto con Monti senza se e senza ma; e sto con Bersani per la fatica che un uomo deve fare per controllare la 'ciurma'. Tenga le mie osservazioni nel conto che crede, ma non deluda quanti guardano alla concordia per il bene del Paese”.
Il direttore Padellaro, persona che stimo, risponde: “Ho scelto questa lettera perché esprime in modo affettuoso ma severo un’opinione abbastanza diffusa tra i lettori del Fatto (….). Davvero stiamo esagerando con le critiche a Monti? (….) Davvero non comprendiamo che bisognerebbe lasciarli lavorare in pace? (…) Abbiamo giudicato l’arrivo di Monti e della sua squadra un ottima notizia, lo abbiamo scritto e continueremo ad affermarlo. Sappiamo bene che la manovra era indispensabile ma se in essa, al di là degli annunci rassicuranti troviamo molto rigore, poca equità e niente sviluppo, dobbiamo forse tacere in omaggio alla 'tensione morale' di chi l’ha varata?”.
Conosco bene, presidente Monti, la situazione del nostro Paese sta diventando veramente pesante, seria e pure tragica. Basta cliccare su
www.Italiaora.org per veder apparire qualcosa di sorprendente: in rosso un contatore gira vertiginosamente con accanto la voce:
debito pubblico. La cifra è in questa frazione di secondo (ore 10) di
€ 1.919.838.900.900; soldi spesi in
interessi sul debito pubblico € 53.340.632;
soldi evasi al fisco €4.466.133.774.
Lasciamo per un attimo “interessi” e “fisco” e concentriamoci solo sul debito pubblico. Pubblico vuol dire nostro, vuol dire tuo, di tuo figlio, tua moglie, tuo nonno e bisnonno, vicino di casa ecc. Lo dividiamo per il numero degli italiani, neonati compresi (61.016.804): risultato € 31.464,45.
Brutta sorpresa trovarsi sulle spalle € 31.464,45 di cui non hai responsabilità alcuna. Guardi il tuo bimbo di due mesi… e ti viene spontaneo gridargli: “Spendaccione!” Dal momento che noi riceviamo poco o nulla dal nostro Stato, ci viene normale andare a vedere su internet di chi è la responsabilità dei nostri guai. Da accurate analisi svolte da vari giornalisti, da
Stella e
Rizzo a quel
Marco Travaglio che è pure il Diavolo in persona, evinciamo che
i nostri parlamentari stanno benino in salute... e vivono pure meglio:
dal 2004 hanno anche la sedicesima in busta paga. Quello che nel linguaggio comune è definito "
stipendio", per loro diventa “
indennità” e ammonta a 5.486 euro netti, a cui seguono la “
diaria” pari a 3.503,11 euro e i
rimborsi per le "spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", roba da 3.690 euro, più 3.323 euro di rimborso
viaggi, più 4 mila euro per il
portaborse che il più delle volte è pagato molto meno, per giunta in nero. Completano la scheda le voci sull'
assegno di fine mandato, le
prestazioni previdenziali e sanitarie ovviamente gratuite.
Bene, bene! E non è finita: “i deputati usufruiscono di
tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale”. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto Roma-Fiumicino percepiscono un sostanzioso contributo.
E’ finita qua? No: 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera fornisce ai deputati pure i
telefoni cellulari. Insomma, tra annessi e connessi, chi gestisce il Paese percepisce 20 mila euro mal contati al mese.
La sola Camera dei deputati costa al cittadino 2.215 euro al minuto!
Si sta promuovendo un referendum per l’abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari, ma ne parla perlopiù solo Internet e pochi giornali e nessuna tv.
Due mesi fa, constatato che la situazione “Italia” e il problema con l’Europa è serio e tragico, il presidente Napolitano ha chiamato lei, professor Mario Monti, a governare: "L’Italia è affidabile e Monti lo dimostrerà". A leggere il suo curriculum (presidente dell'Università Bocconi dal 1994, commissario europeo per il Mercato Interno tra il 1995 e il 1999 e per la Concorrenza fino al 2004, senatore a vita dal 9 novembre 2011 e dal 16 novembre presidente del Consiglio nonché ministro dell'Economia e delle Finanze dello suo stesso governo), direi proprio che lei abbia le carte in regola. Ma, dalla sua nomina a oggi 6 gennaio, sono passati 58 giorni. Che è accaduto in questi 58 giorni?
L’evento più eclatante che ha fatto levitare il giudizio del Paese da freddino a caldino nei suoi confronti è stato certamente il blitz a Cortina. Ma il resto? Proseguo facendo mie le domande di Padellaro.
Come mai, signor Presidente del Consiglio, ha nominato super-ministro (Sviluppo economico, Infrastrutture, Trasporti e Telecomunicazioni) il banchiere Corrado Passera? Non lo sapeva che era gravato da un pesante conflitto d’interessi? Ci voleva il Fatto per informarla?
Come mai non ha ancora annullato l'acquisto per 15 miliardi (la metà esatta della sua manovra finanziaria) dei famigerati 131 cacciabombardieri americani?
E delle licenze gratis ai boss delle slot machine, che mi dice? Lei sa quante famiglie in Italia si sono rovinate e continuano a rovinarsi, con giovani e anziani tramutati in “corpo unico” con quelle macchine infernali? Le sembra dignitoso ridurre lo Stato italiano a biscazziere?
Intende intervenire per bacchettare sulle gengive la signora Polverini e la sua giunta per i vitalizi distribuiti a piene mani ai politici, anche quelli silurati, amici suoi? E delle incredibili spese dell’Agenzia del Territorio diretta dalla sorella di Alemanno che ne pensa? E delle sue 30 uova di struzzo decorate e donate a tizio e caio… ma dallo Stato pagate? Gliele rompiamo a martellate?
Siamo in tanti ad aspettare che lei mantenga i suoi encomiabili propositi di tagliare le unghie rapaci alla casta. Tra Senato e Camera, a sgovernarci ci sono 945 individui, molti dei quali non so proprio cosa governino oltre ai propri interessi. Ai miei tempi (sono stata senatrice votata dagli italiani di 5 regioni, per 19 mesi. Prima che cadesse il governo Prodi mi sono dimessa, stanca di vedere cestinata ogni mia proposta di giustizia sociale) ricevevo 15 mila euro al mese. Cifra oggi di gran lunga superata.
Non sono certo la prima a restare perplessa di fronte a una manovra economica che colpisce in modo indifferenziato i contribuenti, fra aumenti del carburante e mazzate ai pensionati. Unendo la mia voce a quella di tanti, vorrei sottolineare che da questa crisi non si può pensare di uscire semplicemente mettendo qualche cerotto al sistema. Dobbiamo pensare a un nuovo modello di sviluppo che segni una vera rottura con il passato. Non possiamo continuare con un sistema che permette a pochi furbi di far colare a picco un’intera economia e che al contempo premia chi questo fallimento ha voluto e usato per arricchirsi.
Oggi molti italiani la appoggiano, ma si aspettano anche una vera riforma del sistema, a cominciare dalle follie burocratiche e dagli sprechi, che sono il terreno sul quale fioriscono la corruzione e l’evasione fiscale. Deludere queste aspettative non sarebbe solo ingiusto e impopolare, ma non ci farebbe neppure uscire dalla crisi, anzi la aggraverebbe ancor di più.
Non c’è tempo da perdere: già oggi milioni di italiani devono fare i conti con una situazione economica disperata. Il diffondersi della miseria non può essere considerato un inevitabile effetto collaterale. Non lo è. Al contrario affrontare le difficoltà degli ultimi è l’unica via. La via del rigore senza solidarietà porta al collasso. Pensando a tutto il moltissimo che dovrà fare nei prossimi giorni, speriamo mesi, le auguro buon lavoro con tutto il cuore e la saluto cordialmente.
Franca Rame