Milano

[VIDEO] Dario Fo e Franca Rame "Morte accidentale di un anarchico" - 1970

Anno: 

[VIDEO] Ubu Bas va alla guerra

Ubu Bas va alla guerra 

La vera storia dell'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq.
Con Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo

"Il 24 marzo 2003 gli Usa sono appena entrati in Iraq. Dal teatro Nazionale di Milano Dario, Franca e Jacopo mettono in scena uno spettacolo contro la guerra, ripreso da Telelombardia e rimandato da 25 televisioni locali, 2 satellitari e su Virgilio con più di 150 mila download. Più di 2 milioni di spettatori. Un grande tam tam in rete ha reso possibile raggiungere tante persone. Fu il primo grande evento televisivo fuori dalle grandi reti nazionali. A distanza di 7 anni da quei giorni possiamo dire che avevamo ragione a dire che la guerra sarebbe stata un disastro epocale. Oggi Afghanistan e Iraq sono dominati da governi corrotti, soprusi, attentati terroristici, stragi compiute per sbaglio dagli Usa. Centinaia di migliaia di civili sono morti. Questa è la democrazia e la libertà che volevano esportare. Azzeccammo anche sulle coltivazioni di oppio: l'Afghanistan produceva il 5% dell'oppio mondiale, oggi ne produce più del 90%."
Jacopo Fo

La prima parte dello spettacolo... 

il DVD dello spettacolo completo è su commercioetico.it

Per vedere tutto lo spettacolo vai alla playlist di youtube
Ubu Bas va alla guerra - parte 1
Ubu Bas va alla guerra - parte 2
Ubu Bas va alla guerra - parte 3
Ubu Bas va alla guerra - parte 4
Ubu Bas va alla guerra - parte 5
Ubu Bas va alla guerra - parte 6
Ubu Bas va alla guerra - parte 7
Ubu Bas va alla guerra - parte 8
Ubu Bas va alla guerra - parte 9

Anno: 

Parliamo di donne! - Franca Rame ne "IL RISVEGLIO" - 1977

Parliamo di donne!
Storie paradossali raccontate da Franca Rame e Dario Fo: la creazione di Eva, figlia della Pazzia, e il peccato originale, l’affannoso risveglio di un’operaia che deve accudire il bambino e correre in fabbrica…
Episodi di vita vissuta sullo sfondo delle problematiche legate alla condizione della donna, messi in scena alla Palazzina Liberty di Milano nel 1977.
Franca Rame in "Il Risveglio"
 
Anno: 

[VIDEO E FOTO] "SOTTO PAGA, NON SI PAGA" - REGIA DI DARIO FO AL PICCOLO DI MILANO


Marina Massironi e Antonio Catania sono i principali protagonisti della ripresa di «Non si paga! Non si paga!», la brillante commedia scritta, diretta e interpretata da Dario Fo nel 1974, ma di straordinaria attualità nell’era dell’euro, trattando delle vicissitudini quotidiane dei consumatori, alle prese con le continue ed inesorabili altalene dei prezzi dei generi di prima necessità.
 
Un racconto dello spettacolo del 1974 direttamente dalle parole di Dario Fo:
"Quando debuttammo nel 1974, la storia di questa commedia appariva piuttosto surreale: infatti raccontavamo di avvenimenti che non erano ancora accaduti. In sala il pubblico ascoltava molto perplesso, ci guardava come fossimo dei pazzi. Raccontavamo di donne che nella periferia di Milano, andando a fare la spesa, si ritrovavano con i costi aumentati a dismisura e, furenti, decidevano di pagare metà prezzo rispetto alla cifra imposta.
Metà prezzo esatto!
Il nostro racconto era pura fantasia, ma ci ispiravamo alle lamentele che sentivamo dalle donne per la strada a proposito dell’arbitrio ladresco dei commercianti.
Di lì a qualche mese ci rubarono l’idea che avevamo messo in scena nella commedia. La chiave dello spettacolo si ripropose nella realtà con una similitudine impressionante: donne e uomini presero d’assalto due supermercati e pagarono la loro spesa esattamente la metà della cifra che si ritrovarono sullo scontrino. Il nostro copione fu addirittura superato in immaginazione: qualcuno andò via portandosi appresso qualche pacco di riso e qualche bottiglia senza pagare. In molti furono arrestati. Il processo fu istruito in brevissimo tempo.
Qualche mese dopo, in un altro supermercato di zona Garibaldi, sempre a Milano, si ripeté esattamente la stessa scena. Esattamente!
Leggemmo sui giornali che un centinaio di donne partecipanti all'azione reale, appoggiate da alcuni operai “casualmente” in sciopero, avevano addirittura ripetuto le stesse battute che Franca recitava ogni sera sulla scena.
Volevamo chiedere i "diritti d'autore", ma poi abbiamo lasciato correre…
Ci fu un quotidiano, esattamente il "Giornale Nuovo", allora diretto da Montanelli ed edito da Berlusconi, che ci accusò di essere con la nostra commedia i veri ispiratori morali del reato. Ad ogni modo durante il processo venne riconosciuto che i prezzi imposti dal supermercato erano delle vere e proprie rapine. Alla fine furono tutti prosciolti da ogni accusa, perché il fatto "non costituiva reato".
In poche parole, il tribunale stabilì che quei clienti avevano pagato il giusto valore della merce!
Chissà se oggi questa rimessa in scena di Non si paga! Non si paga! ripeterà lo stesso iter satirico e grottesco che si verificò al suo debutto? Succede spesso che la realtà copi dall’immaginazione scenica – anche una o più volte. Ad ogni modo staremo a vedere… Gli interpreti in grado di far gustare le situazioni drammatiche ci sono, il pubblico che può intendere il gioco satirico è pronto… non ci resta che dare l’ordine: “Andiamo a incominciare!”
"
Anno: 

Intervento alla conferenza stampa del 4 marzo 2006 al Circolo della Stampa di Milano

“Mamma, devi candidarti al Senato.” “Ma che dici Jacopo, sei impazzito? Con tutto quello che ho da fare! E poi chi vuoi che mi voti? Sei fuori!” Jacopo me l’ha ripetuto per tre mesi, tanto che quindici giorni fa, per convincermi ha fatto un sondaggio su internet e sono arrivate un mare di adesioni, di “Forza, vai!” “Hai visto? Che ti dicevo mamma?” Manco farlo apposta, in quel momento mi telefona Leoluca Orlando che mi propone di presentarmi capolista al Senato. Sono scoppiata a ridere. È un’ossessione! “Ma che dici? Io senatrice?” “Pensaci! Richiamo domani.” Interdetta e preoccupata, ho iniziato a fare inchiesta… il primo interpellato Nando Dalla Chiesa, p rima che lo silurassero: “Parlo contro il mio interesse, perché mi porterai via voti, ma vai. In Senato si possono fare cose importanti.” Oddio… che faccio? “Pronto… Beppe… sono Franca… Mi è stato proposto…" "Che bello! Vai! Mandami subito una lettera, la metto sul mio sito." "Grillaccio, sei fuori di testa anche tu!" Poveri, ricchi, conoscenti, giornalisti, intellettuali, Flores D’Arcais, Pancho Pardi, Marco Travaglio e tanti altri, tutti a dirmi: "Ti è stata data l’opportunità. CANDIDATI!" "Siamo in guerra! Non puoi restartene a casa a guardare dalla finestra quel che sta succedendo". “I grandi partiti dell’Ulivo, Ds e Margherita, hanno impedito che si presentassero le liste civiche, che avrebbero portato un valore aggiunto a tutto il centrosinistra, ma loro si sono chiusi a riccio. Vai, ce la farai!” Ieri sera, mentre preparavo questo intervento e Dario era davanti alla TV, con il volume come fossimo al festival de L’Unità, ogni tanto rendendomi conto che ormai era fatta, scoppiavo a piangere. Sissignori, a piangere. Andavo da mio marito e tra i singhiozzi: “Ho 77 anni il 18 luglio… ho lavorato come una belva umana per tutta la vita… devo terminare i testi per la Fabbri… ho altri lavori urgenti da portare a termine… non ce la farò… mi sento inadeguata… ho paura!” “Ma sei pazza? Non t’ha mai fatto paura niente nella vita… che mi vai raccontando adesso? Stai anche diventando bisnonna! Basta piangere Franchina! Ti vedesse la tua nipotina Jaele… ’Che vergogna nonna piangere alla tua età!’. Ti vogliono in 6 regioni! Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia, Toscana, Umbria… ma cosa vuoi di più! Presentati… Pre-sen-ta-ti!” Un gran sospiro e… Eccomi qua!

Mi candido, prima di tutto, perché le donne non abbondano in politica. Credo che in queste elezioni anche un solo voto possa essere decisivo e voglio anch’io dare il mio contributo a far finire quest’epoca tragicomica, più tragica che comica… viste le difficoltà del campare, che molti cittadini vivono. “Perché Di Pietro?” - mi si chiede da ogni parte. Di Pietro rimane il simbolo di una stagione, quella di Mani Pulite, che ha dato speranza a Milano e a tutta Italia. Porta avanti da anni discorsi corretti… sulla giustizia, sui diritti civili e altro. Spero, con la mia candidatura, di convincere qualcuno tra i molti di sinistra che sono in dubbio se votare o no perché delusi da una certa politica. L’altro motivo per il quale mi candido è che se venissi eletta cercherei di realizzare un sogno di tanti italiani: fare finalmente chiarezza sui conti dello Stato, gli sprechi, ecc. A questo punto, facciamo un salto indietro:1992-94 “Settimo: ruba un po’ meno! n° 2” monologo su Tangentopoli… n° 2 perché nel ’64 Dario e io avevamo messo in scena una commedia, "Settimo: ruba un po' meno!", su tangenti e truffe di quegli anni. Quando è scoppiata Tangentopoli, Dario ha esclamato: “Ci hanno rubato l’idea senza pagarci i diritti d'autore!” Tangentopoli… Cos’è la vita… dopo tanti anni eccomi al fianco di chi ha contribuito in prima persona a quella rivoluzione. “Settimo…” è un monologo su Tangentopoli, dicevo, e gli sprechi del nostro Stato, scritto da Dario e da me. Si è fatta una grande ricerca. Quello che maggiormente ci ha sconvolti è stato scoprire a quanto ammontasse il nostro debito pubblico che a quel tempo era 2 miliardi di milioni e rotti… Chissà perché lo chiamano debito "pubblico"… è un termine improprio... è un eufemismo… noi cittadini non c’entriamo nulla con quei denari spesi, sperperati e buttati! Due milioni di miliardi!!! Mettendo in fila i biglietti da 100 mila potremmo fare 2.214 volte Milano - Palermo.

Ma come eravamo arrivati a quel debito indecente? I dati che seguono li ho rilevati dalla stampa: La Repubblica, L’Unità, Europeo, Panorama, L’espresso... e da vari libri, di S. Messina, G. Barbacetto, on. Raffaele Costa. Costi di Montecitorio... detto anche Bengodi! In un anno (1991) sono stati spesi: 23 miliardi di carta… hanno disboscato l’Amazzonia. 4 miliardi, spuntini e pranzi! 8 miliardi, posta e telefono! Viaggi deputati: 10 miliardi!... Riscaldamento: più di 7 miliardi!… Che a Roma, tutti lo sanno, il clima è mite... nei grandi alberghi non c'è quasi mai riscaldamento... non serve! A Montecitorio, un caldo! Tutti nudi! Trasloco e facchinaggio: oltre 2 miliardi!... Dentro a Montecitorio eh! Da una stanza all'altra. Cambian Partito... si portan via la scrivania. 9 miliardi: servizio pulizia, lavanderia... e disinfestazione! Che non serve... la disinfestazione... Non serve... Son tutti lì! 600 milioni di carta igienica!... Un milione e 643 mila lire al giorno di carta igienica! Bisogna riconoscere che i nostri parlamentari mangian tanto... ma funzionano d'intestino che è un piacere! A Palazzo Madama la musica non era diversa. Pomicino... il Cirino… quello del Mastella. Raffaele Costa racconta che quando era ministro del Bilancio ha stanziato contributi vari, per miliardi… Vi citerò i più stravaganti: tra i più fortunati, i cani: 2 miliardi per l'acquisto di collari per cani... ma i di cani chi? Contributi a 65 monsignori, 30 curie vescovili e 16 ordinari diocesani, affinché possano costruire chiese, abbazie e santuari. Contributo... - ci deve essere una storia d'amore e abbandono, dietro... - contributo alla "Casa secolare delle zitelle di Udine"! Contributi all'associazione che cura i rapporti culturali tra Trieste e la Mongolia! Questi non ricordo da chi siano stati elargiti… (fonte sempre Raffaele Costa) 30 miliardi per il progetto "Leopardi nel mondo"… Il poeta o i felini? Abbiamo a Roma due bei palazzotti dove ha sede l'Ispettorato Gestione Enti Disciolti. Pensavo a un refuso. No, proprio disciolti! In Italia avevamo a quel tempo..., indagherò su oggi, 50.000 enti di cui 634 decretati inutili, ufficialmente disciolti ma in realtà ancora esistenti. 300 impiegati, costo annuo di soli stipendi: 12 miliardi. Ve ne indico qualcuno di questi Enti: la G.I.L. Gioventù Italiana del Littorio... L'Ente Tre Venezie che si occupava, ancora, dei beni degli altoatesini che nel '44 optarono per il Terzo Reich... Che son tutti morti gli altoatesini, ma l'Ente è lì!! L'Ente Orfani di Guerra... E per finire l'Ente per la distribuzione dei medicinali offertici dagli americani alla fine della guerra del '45... che se mandi giù un cachet... TAK morto secco! Negli anni successivi, con la sinistra al governo, checché dica Berlusconi, il debito pubblico è stato ridotto… oggi, pare stia scoppiando.

DA “IL COSTO DELLA DEMOCRAZIA” di CESARE SALVI E MASSIMO VILLONE, di cui vi consiglio la lettura… vi cito solo un dato interessante e sconosciuto ai più: Camera 630 parlamentari Senato 321 senatori, per un totale di 951 persone. Mi viene da dire: “Costano molto e sono anche troppi! L’America ha 100 senatori… Quanti ne dovrebbe avere la Cina, con 1 miliardo e 250 milioni di cinesi?” Sempre da “IL COSTO DELLA DEMOCRAZIA: Stipendio dei parlamentari italiani: Indennità mensile 12.434 euro Diaria 4.003 Totale spesa ANNUA Camera: 124.263.720. Senato: 63.315.324 Belle cifrette, no!?

Cosa mi piacerebbe realizzare se mai venissi eletta, con l’aiuto di tutti quelli che saranno d’accordo con me? Al primo posto la riduzione del debito pubblico, non certo con tagli alla spesa pubblica e ai servizi come ha fatto il centro-destra e svendendo beni dello stato, ma focalizzando l’attenzione sugli sprechi della Pubblica Amministrazione, che si traducono in spese assurde a carico dei contribuenti. Con tutto quel mare di euro che (forse) riceverò come senatrice, potrò chiedere l’aiuto di molti valenti consulenti. Interpellerò i cittadini, raccoglierò consigli, che verranno vagliati e alla fine spero di poter arrivare a proporre cambiamenti semplici, fattibili e concreti. Partendo magari da piccole cose, come quando anni fa scoprimmo che la Cooperativa Puliscoop di Forlì (pulizia parchi, strade ecc,) usava il biodiesel, olio di colza, per i suoi mezzi di trasporto. Se venisse usato questo propellente vegetale l’inquinamento di tutto il nostro Paese diminuirebbe, ecc., ecc.. Non mi dilungo su questo argomento perché Dario nella sua campagna per le primarie ne ha parlato ampiamente. (www.dariofo.it) Ancora: la bolletta energetica dello Stato Italiano, secondo tutti gli ingegneri e i docenti universitari che abbiamo interpellato, potrebbe essere dimezzata solo se si usassero i criteri di efficienza energetica, obbligatori da tempo, già in funzione in Germania, Austria, nei Paesi Scandinavi e anche nel Trentino Alto Adige (vedi www.alcatraz.it). Si tratta di una somma di denaro enorme che potrebbe essere spesa per dare a tante persone oggi escluse da diritti fondamentali la possibilità di avere una casa, l’assistenza sanitaria o la salute… che non è poco! Poi c’è un altro punto sul quale vorrei battermi: l’efficienza della legge contro i reati. Oggi in Italia non vi è certezza della pena. Tutto il meccanismo giudiziario è costruito intorno alla possibilità di invalidare le sentenze usando cavilli. Addirittura chi è riconosciuto colpevole di truffa, può patteggiare la condanna senza aver prima restituito il denaro estorto. E chi manda in rovina migliaia di famiglie, o si arricchisce manipolando il mercato, viene punito con una multa. Visto che ci piacciono tanto gli americani perché non iniziamo a imitarli sulle cose buone? Negli Stati Uniti come nel resto dei paesi moderni la manipolazione del mercato viene punita con pene severissime. In Usa sono 6 anni di prigione. Loro Al Capone lo condannarono per evasione fiscale. Da noi, oggi, Al Capone per quegli stessi reati, tra condoni e prescrizione, falso in bilancio e sanatorie, se ne andrebbe a casa con un buffetto sulla guancia, tutto un sorriso. Ovviamente quando parlo di pene detentive non posso ignorare lo stato delle prigioni oggi in Italia. Da un articolo di Ernesto Galli Della Loggia: “Corriere della Sera” del 3 marzo: "…15 mila detenuti in soprannumero (un sovraffollamento mai registrato negli ultimi 10 anni), il 27% di essi è tossicodipendente e il 20% è affetto da patologie del sistema nervoso e da disturbi mentali. Il 20% delle 2.800 detenute soffre di patologie tipicamente femminili come tumore dell’utero, della mammella, ecc..." A fronte di questi dati c’è quello della diminuzione della spesa sanitaria per ogni cittadino detenuto. Dobbiamo garantire ai reclusi condizioni di vita umane e la possibilità di rifarsi una vita. Ed è un investimento utile: la stragrande maggioranza dei detenuti che possono qualificarsi professionalmente in carcere e che seguono programmi di reinserimento difficilmente si macchierà di altri crimini. Al contrario i detenuti che non ricevono nessuna possibilità e nessuna formazione torneranno nella stragrande maggioranza a delinquere. Questo ce lo dicono le statistiche ufficiali del Ministero di Grazia e Giustizia. Quindi creare prigioni umane non è una spreco di denaro ma un investimento che va ad agire contro la pratica del crimine riducendola. Ma d’altra parte è assurdo creare un carcere bestiale e poi permettere ai furbi con un buon avvocato di evitare qualunque conseguenza dei loro reati.

Vogliamo abbassare le tasse? Iniziamo da qui: riduciamo gli sprechi dello Stato italiano, facciamo funzionare la burocrazia e puniamo veramente tutti i reati finanziari, le truffe, la corruzione, l’evasione fiscale e il falso in bilancio. Per concludere, se sarò eletta, non mi siederò sullo scranno del Senato… sì, resterò sempre in piedi… se non otterrò il mio primo obiettivo operativo: l’istituzione di un Osservatorio Permanente sugli “sprechi” che non sarà certamente un Ente Inutile. EXTRACOMUNITARI: Acquisizione della cittadinanza come strumento giuridico di integrazione. Legge organica sul diritto di asilo. Che nessun rifugiato politico venga trattato come sono stati trattati quelli di via Lecco. In comune, a Milano qualcuno ha il cuore di pietra. Vergogna! Diritti costituzionali: Libertà di espressione. Giu’ le mani dalla RAI! Libera satira in libero Stato! Un governo che non permette l’ironia e la satira ha sempre qualcosa di sporco da nascondere. Questo, per cominciare. Se ce la faremo, vedrete che staremo tutti un po’ meglio. Sì, vorrei proprio vedervi sorridere!

Se volete sapere tutto su di me, di noi, del nostro lavoro, impegno politico, andate sul nostro sito www.dariofo.it o www.archivio.francarame.it oppure www.jacopofo.com. Ci sono oltre 2 milioni di documenti… avrete di che divertirvi. Un bacio a tutti Franca

Anno: 

A Milano contro l'inquinamento bruciamo soldi

MILANO, lunedì 23 gennaio 2006 COMUNICATO STAMPA

E’ notizia di oggi che 25 ispettori sono stati messi a disposizione dalla Regione Lombardia per i controlli sugli impianti di riscaldamento ed hanno iniziato oggi il loro lavoro con un incontro tra Regione e Comune di Milano che, insieme a Monza e Sesto San Giovanni, sarebbe stato il primo a stipulare un accordo operativo per utilizzare queste risorse. I 25 ispettori hanno dunque iniziato l’ attività di accertamento sui riscaldamenti per individuare gli impianti fuori norma, alimentati ad esempio ad olio combustibile o a carbone.

Tuttavia non c’era necessità perché il Comune di Milano ha già monitorato le caldaie con il risultato di circa 78 caldaie a carbone e 308 ad olio combustibile,ed alcune anche a BTZ, malgrado l’esplicito divieto della Legge Regionale Lombardia 4 novembre 2005, n. 16, quindi già fuori legge.

Secondo punto: non è necessario attivare squadre di tecnici per monitorare i 640.000 appartamenti dislocati su circa 30-40.000 stabili di Milano ( dati SUNIA): con una media di 20 stabili al giorno impiegherebbero dai 5 ai 6 anni. Basterebbe invece utilizzare i rendiconti ed i bilanci degli amministratori dei condomini quali sostituti d’imposta per avere immediatamente il calcolo dei combustibili utilizzati, il relativo consumo ed andamento della liberazione di sostanze nocive nell’aria.

Prof. Aldo Ferrara, Università degli Studi di Siena Comitato Scientifico di sostegno a Dario Fo Sindaco

Anno: 

All'isola al posto dei Re Magi arrivano le ruspe

Siamo all’Isola, un quartiere storico di Milano.

Un mese fa con Franca avevo partecipato ad una manifestazione del rione. C’erano un gruppo di ragazzi e ragazzine che camminavano in equilibrio su alti trampoli. Il maestro clown era un mio caro amico del quartiere. C’era la Banda degli Ottoni che sparava musica allegra. Eravamo più di mille a manifestare contro il progetto del Comune e della Regione che hanno in programma di trasformare tutta quella zona in un ammasso di palazzi e grattacieli, per l’ammontare di ben un milione di metri cubi di fabbricato. Una decina di ragazzi del gruppo degli Amici di Beppe Grillo, a mo’ di uomini sandwich, portavano indosso enormi lettere che componevano parole di sarcasmo, rivolte agli ideatori di quel mostro in cemento: una specie di drago sparapanzato sul terreno, con tanto di volute a mo’ di serpente che avrebbero schiacciato definitivamente il Bosco di Gioia, una piccola foresta affollata da alberi centenari, alcuni di loro molto rari. Qualche giorno fa si era tutti a un dibattito in un cinema-teatro della Gronda Nord, anche qui per bloccare il progetto di uno scempio urbanistico e stradale, quando Michele Sacerdoti, uno dei più decisi sostenitori della lotta contro il deturpamento dell’Isola, leggeva entusiasta un documento, risultato di un ricorso, che bloccava la determinazione del Comune perché tutto il Bosco di Gioia fosse abbattuto e si iniziasse la messa in opera del cantiere. Un coro di grida e applausi salutò questa splendida notizia. Ma ecco che due giorni dopo Natale, invece di piantare l’Albero dei doni, arrivano degli operai, mandati dal Comune, con l’ordine di abbattere ogni pianta. Ad accogliere i cittadini che accorrono sdegnati c’è un rappresentante del Comune che esibisce un nuovo documento che annulla il precedente: “Si può abbattere.” Punto e basta. Gli operai cominciano a togliere arbusti e stoppie intorno alle radici. Fra poco i tronchi saranno segati alla base. Verrà eseguita una condanna a morte per duecento alberi: l’unica oasi rimasta in Milano se ne va. Ma gli abitanti, trattenuti al di là del recinto di ferro, s’accumulano attoniti, increduli. Un vecchio grida: “Assassini!”. Lo stridente rumore delle seghe a motore inizia un coro davvero insopportabile. Come preceduto da un cigolio simile a un lamento, ecco che cade il primo grande albero. I rami si sfasciano al suolo. Un gruppo di ragazzini tenta di entrare, scavalcando la staccionata. Vengono inseguiti e ricacciati indietro. Ecco: arriva in bicicletta Michele Sacerdoti, l’indomito difensore di quegli alberi. È un uomo di cinquant’anni, ma agile e svelto come un ragazzino. Dribbla gli inservienti e gli operai e con facilità inaudita s’arrampica sul più gigantesco albero: una enorme magnolia, ancor carica di foglie. Sparisce fra le fronde e riappare lassù. I “boscaioli” non sanno che fare. Il dirigente del Comune grida, invitando l’intruso scalatore a scendere, altrimenti dovranno abbattere l’albero con lui sopra. Sacerdoti risponde sghignazzando: “Fate pure. Io di qui non mi muovo. Dovete abbattere anche me.” Adesso la neve vien giù sempre più fitta. Un gruppo di ragazzi intona “Tu scendi dalle stelle”. Tutti ridono, perfino i “boscaioli” che si riparano sotto la grande magnolia a fumarsi una sigaretta. Lunga pausa. Poi di lì a poco ricomincia l’insopportabile cigolio delle motoseghe e uno dietro l’altro altri alberi cadono a terra, sollevando nugoli di neve.

Anno: 

Gli indesiderati

“Hanno aspettato proprio il momento buono”, commentava una donna del quartiere, guardando in su, verso gli immigrati in equilibrio sui tetti dello stabile di Via Lecco 9 e affacciati al balcone pericolante d’angolo, mentre sotto i poliziotti sfondavano il portone. Hanno aspettato che mettessero nella mangiatoia il bambino, che la gente si sentisse santificata dalla notte di Natale, la pancia piena di cibo e panettoni, per portare a termine il loro colpaccio tranquilli e quasi indisturbati. Carabinieri e guardie di P.S. avevano avuto solo il fastidio di dover spaccare con i grossi tronchesini le catene alle quali si erano legati dei ragazzi. Il portone non s’è spalancato ma si è staccato dai cardini ed è ricaduto verso l’interno, a rischio di schiacciare gli uomini di colore che stavano di là. Poi, con qualche spintone, la forza è entrata, seguita dai rappresentanti dell’Arci, della Caritas e da Don Colmegna. Sono cominciate le trattative. I quotidiani oggi dicono che tutte le soluzioni offerte dal Comune non sono state accettate dagli occupanti e nemmeno quelle proposte dalla Cgil, dalla Cartitas e dall’Arci. Quei cocciuti hanno risposto sempre di no. Ma in che consistevano quelle “ragionevoli” soluzioni d’accomodamento? Il Comune a tutti i 267 rifugiati offriva dei container sistemati in uno scantinato. Io mi trovavo con Franca a qualche metro dal gruppo dei proponitori. Mi scappò, detto a voce alta, che in quelle scatole di ferro ci avrei visto volentieri per qualche notte gli amministratori del Comune. “Sistemare esseri umani in quei bacili è un’idea del tutto crudele”, commentò Don Colmegna. I rifugiati politici rifiutano naturalmente anche la solita sistemazione nei dormitori dove devi sloggiare ogni mattina presto e tornarci al tramonto. E di giorno dove vivi?

Ma gli assessori si dimostrano pieni di risorse e arrivano addirittura a proporre un tendone riscaldato da sistemare in una zona già abitata da numerosi campi nomadi. In questo caso le donne e i bambini sarebbero stati collocati altrove. Oltretutto gli abitanti di quella zona minacciavano di protestare in coro e opporsi a quel nuovo arrivo. A TUTTO QUESTO BEN DI DIO DI PROPOSTE I Rifugiati RISPONDONO: “NO, GRAZIE, PREFERIAMO restare sul marciapiede… in strada.” I poliziotti se ne vanno e con loro i responsabili del Comune: “Risolvano come gli pare, noi il nostro dovere l’abbiamo fatto!” Franca urla: “E così lo spettacolo è finito! Guarda che bel presepe avete combinato! Sta venendo giù perfino la neve. Ci manca giusto l’arrivo di Erode per concludere la festa.” Di lì a poco i disperati, gli scacciati, le coperte e i cappelli degli accampati grondano acqua. Qualcuno si leva in piedi e sbatte le coperte. Alcune donne coi loro bimbi in braccio salgono sul pullman dell’ATM, messo a disposizione come rifugio. Come trascorreranno la notte quegli infelici? Li aspetta una veglia non proprio santa. Si può ben dire che anche qui Gesù s’è fermato, come ad Eboli.

Anno: 

Risparmiare... non costa nulla

I progetti di risparmio energetico sono necessari per la salute dei cittadini, dell'ambiente e del portafoglio.
Pensate che attuare un progetto di risparmio energetico sia enormemente oneroso? E' quello che qualcuno vuol farci credere. In realtà c'è solo da guadagnare.

Ecco uno spezzone dell'incontro tra Dario Fo e il Prof. Pallante.

Video .mov 6,2Mb minuti 4.30
Audio .mp3 2,6Mb minuti 5.44

Argomento: 
Anno: 

A Milano c’è un’emergenza. Abbattiamo lo smog subito.

A Milano c’è un’emergenza, Albertini intervenga ora: nella settimana di Natale sospenda il traffico a giorni alterni e raddoppi i mezzi pubblici.

Ormai da oltre 135 giorni (100 giorni in più rispetto al limite imposto dalla UE), le centraline dell’Arpa registrano concentrazioni di Pm10 al di sopra della soglia di attenzione. Il prossimo blocco del traffico sembra previsto per il 29 di gennaio 2006, cioè tra ben 50 giorni (e tra l’altro, guarda caso, nel giorno delle primarie dell’Unione a Milano)!
Le decisioni concrete e tangibili occorrono adesso, non l’anno prossimo, anche se queste dovessero risultare impopolari. Oltre a ridurre subito la concentrazione di inquinanti devono servire a far capire che la situazione non è grave ma gravissima. Oppure circa 1300 morti all’anno non sono rilevanti per il nostro sindaco, che pure è responsabile della salute pubblica? Oppure circa 800.000 giornate di lavoro perse in un anno non riguardano l’economia di questa città? (citiamo i dati raccolti dall’Istituto dei tumori di Milano).

Questo sindaco abbia il coraggio di essere impopolare, - tanto non si ricandida più – e ora assuma due semplici ma necessarie decisioni: nella settimana che precede il Natale sospenda il traffico privato a giorni alterni, e moltiplichi le corse dei mezzi pubblici. Al resto penseremo noi quando governeremo questa città, perché le proposte ci sono: dalla città centrifuga con le “isole di scambio”, dove i pendolari possano lasciare le automobili a prezzi contenuti per usufruire della rete di trasporti pubblici potenziati (in questo senso, la decisione di Trenitalia di rivedere l’orario ferroviario è scandalosa: la trasformazione degli Interregionali in Intercity su alcune delle tratte di maggior utilità per i pendolari in entrata e uscita da Milano - e il conseguente aumento dei prezzi – sono infatti un ulteriore deterrente all’utilizzo del trasporto pubblico), alla disponibilità di auto elettriche a noleggio, di un rete vera di piste ciclabili – ricordiamoci che Milano è in pianura -, a ristabilire orari limitati alle ore congestionate per la consegna delle merci, fino alla chiusura del centro cittadino al traffico privato.

Anno: 

Manifestazione per Piazza Fontana

Il video della manifestazione con gli arazzi creati dalle Accademie Artistiche Italiane con l'intervento di Dario Fo.

Guarda il video .mov da 28Mb

Anno: