Prefazione di Franca Rame al libro"La regina di Medò" scritto da Pia Rame e edito da Mondadori nel 1979

La regina di Medò: un racconto della nostra vita, uno squarcio pieno di fantasia sulla nostra storia di gente di teatro, una realtà mai completamente finita che continua nei nostri destini che hanno preso strade e significai diversi, ma che restano sempre uniti da radici indistruttibili. Pia... ride e riesce a piangere insieme, poi si ferma ed è triste con un bel sorriso. S’innamora perdutamente di uno, ma lo lascia lì, per giocare a carte con le amiche. Va in cucina e prepara u  pranzo solenne come per un battesimo, ma poi si mangia un panino in piedi. Si veste come una regina per mettersi a lavare i piatti. Lavora giorni e giorni senza dormire, poi dorme due giorni con il telefono vicino. Le piace sentire il telefono che squilla nel sonno senza rispondere; è pazza, concreta, casta, passionale,  infedelissima, fedele, asessuata e carica d’amore, generosa fino a dar via la  camicia che del resto non porta mai, urla espressioni irripetibili, ma s’indigna alle scurrilità dette fuori tempo, è un’attrice brava, consumata, ma non sa recitare quando occorre l’ipocrisia. Si inventa bellezze morali e fantastiche in uomini che valgono meno d’un soldo, ma li pianta disperata quando s’accorge che ha inventato tutto lei. Un’immorale moralista; un’atea religiosa; una ragazza madre, orfana come madre a carico, divorziata prima ancora di sposarsi: questa è mia sorella. E La regina di Medò la rispecchia con assoluta fedeltà.

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[STAMPA] Dario Fo, un giullare contemporaneo

Un percorso di fresca spettacolarità per raccontare la figura poliedrica di Dario Fo. Scrittore, autore teatrale, attore e anche pittore. Una mostra che comincia dal presente per accompagnare il visitatore in un percorso a ritroso fino alle origini. A Milano, nelle sale di Palazzo Reale, fino al 3 giugno.
 
lo sbarco di lampedusa
 
Un bell’allestimento, con un alto grado di varia, fresca teatralità. Davvero bravo il curatore Felice Cappa, che ha inserito in ogni sala uno o più elementi di scena: pedane, pupazzi volanti, asticelle di legno denudate dai teli delle quinte. È poi possibile seguire, lungo tutto il tragitto espositivo, nei molti schermi televisivi, frammenti di spettacoli teatrali e opere liriche, lezioni di storia dell’arte all’aperto di fronte a chiese e cattedrali o frizzanti affabulazioni colme di arguzie e ammiccamenti.
Dario Fo (Sangiano, 1926; vive a Milano) svela ovunque e sempre, nel dipingere e nel fare teatro, nei suoi testi come nelle regie, quale personaggio o divertito narratore, un’intima, profonda coerenza espressiva, una corrispondenza creativa dove la varietà, anche cromatica, è insieme reale e metaforica.
Sulla copertina del consistente e ben documentato catalogo campeggia uno dei primi quadri esposti, il vasto Quarto Stato con Dario e Franca (2011), con in primo piano il viso aperto di Fo e sullo sfondo alcuni volti mossi, ritoccati, rielaborati, ma ben riconoscibili, del popolo che avanza di Pellizza da Volpedo. La mostra inizia dalle opere più recenti, con molti lavori datati 2011 e 2012, insieme a video che mostrano la bottega di lavoro – in tanti che contribuiscono a dipingere – e Fo che interviene, magari con il pennarello, i colori particolarmente vivaci, spesso gialli e verdi acidi da evidenziatore. Ci sono spesso delle scritte sulle tele: denunce, accuse o amare riflessioni. “Ma noi italici abbiamo altro a cui pensare”, si può leggere all’interno di una delle barche dello Sbarco di Lampedusa, ma parole paiono scorrere sovrimpresse anche in Africa. Vi lasceremo un gran bidone e in Incidenti mortali sul lavoro” (2011).
 
saviano con leone e statua
 
In questo percorso a ritroso – incontrando anche i burattini della Famiglia Rame, un pubblico composto di “teste di legno” – ci si accorge a un certo punto che il tempo sembra condensarsi troppo in fretta. Si vorrebbero vedere, degli anni antecedenti e di poco successivi l’indimenticabile capolavoro di Fo, Mistero Buffo, più locandine e bozzetti del periodo d’oro, delle sue opere più spregiudicate, anticonformiste, piene di canzoni, di ritmi allegri, colme di proteste e smorfie, prese in giro e accuse ai potenti. È possibile tuttavia soffermarsi su alcune ricerche dei primi anni, dopo gli studi a Brera, dove si coglie l’ansia di cimentarsi in più stili cercando il proprio. Molti gli echi da Chagall, con quelle creature sospese, i colori che vanno oltre i contorni, dove la realtà pare sempre immersa in un’atmosfera onirica. Eppure sembra ancora che sia troppo poco, specie rispetto alle prime sale, dedicate alla sua attività attuale.
Dario Fo a Palazzo Reale: un’ulteriore conferma del valore di questo personaggio anche in campo artistico. Così recitava la motivazione del Premio Nobel a Fo, assegnato nel 1997: “Figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medievali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili”.
 
Valeria Ottolenghi
Milano // fino al 3 giugno 2012
Dario Fo – Lazzi, sberleffi, dipinti
a cura di Felice Cappa
Catalogo Mazzotta
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo
02 54913
www.mostradariofo.it

 

Dario Fo AutoritrattoIl quarto Stato con Dario e Francatristano e isotta sorpresi nel bosco

Saviano con leone e statuatorre di babele e ponte di messinanatale al carcere di san vittore

adorazione dei magimaggio alla tempesta di giorgionelo sbarco di lampedusa

rapporto sessuale in sezionemaschere che riproducono storie realiil terremoto dell'aquila

omaggio a bosch e brueghelrecitare l'osceno è permesso. la satira è proibita

fonte: airtribune.com

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[STAMPA] OPUS DEI: "IL 90% DEGLI HANDICAPPATI SONO FIGLI DI GENITORI IMPURI PRIMA DEL MATRIMONIO"

Il novanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio» dice Javier Echevarria, il vescovo responsabile dell’Opus Dei, durante un dibattito. E a Catania esplode la protesta delle associazioni dei genitori di bambini disabili: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso».

Echevarria, a Catania per un incontro con mille e 500 laici e sacerdoti dell’organizzazione ecclesiastica, s’è scagliato contro gli abusi sessuali invitando alla «santa purezza» e affermando: «Un sondaggio indica che il novanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio». L’ Aias, l’ Associazione Italiana Assistenza Spastici, affida al segretario nazionale Francesco Lo Trovato la sua replica: «Si tratta di un’affermazione gratuita, del tutto priva di alcun fondamento scientifico. Trovo, inoltre, la frase offensiva per tutti i disabili e le loro famiglie, in particolare per quei tantissimi genitori di fede cristiana che alla morale cattolica si attengono scrupolosamente».

Ieri, dalla sede romana dell’Opus, il portavoce Giuseppe Corigliano precisa: “Innanzitutto, le cose dette dal Prelato non hanno un valore testuale, perchè pronunciate in un contesto di conversazione libera, in un clima di famiglia, sia pur numerosa come quella dei simpatizzanti dell’Opera. In secondo luogo, il riferimento a un dato scientifico può essere ritrovato nella percentuale di neonati sieropositivi che nascono da madri sieropositive. Il termine handicappato è del tutto generico e, quindi, è completamente fuori luogo ogni riferimento a malattie di natura genetica».

Ma, sempre da Roma, l’Associazione Italiana Persone Down non ci sta: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso» e in un comunicato spiega: «Crediamo che non ci resti che esprimere orrore e disagio per una tale affermazione, non solo priva di ogni validità scientifica (e ci piacerebbe che il capo dell’Opus Dei citasse altrimenti le sue fonti), ma anche priva di ogni forma di sensibilità e di rispetto umano. “Sappiamo”, continua l’Associazione Persone Down, “quanto spesso i genitori degli handicappati vivano con colpa la condizione dei loro figli, anche quando non esiste nessuna forma di responsabilità proprio per l’ignoranza che affermazioni come quella indicata alimentano e come tali sentimenti possano essere di pregiudizio a uno sviluppo e a un inserimento sociale di queste persone. Il fatto che tale mancanza di attenzione e sensibilità venga da un autorevole membro della Chiesa ci fa vivere con maggior dolore tale evento. Ci auguriamo, quindi, che monsignor Echevarria provveda quanto prima a correggere quanto affermato e a chiedere scusa agli handicappati e alle loro famiglie». Fonte IL CORRIERE

PS: L’articolo in oggetto ci é stato segnalato, la fonte originale é tratta dall ‘Archivio storico del “Corriere della Sera” dell’ 11 aprile 1997 (vedi quì archivio )


DARIO FO RACCONTA LA SATIRA CON STEFANO BENNI - MILANO, PALAZZO REALE, LUNEDI' 28 MAGGIO ORE 18.30

Lunedì 28 maggio 2012 ore 18.30
Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

Dario Fo incontra Stefano Benni, scrittore, poeta e giornalista.  Nel 1976, con l’uscita del suo primo libro Bar Sport, Benni si è imposto come uno degli scrittori più importanti e prolifici del panorama letterario italiano; egli riesce a muoversi dai romanzi ai racconti, dalle raccolte di poesie al teatro e perfino al cinema.

Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, ha inaugurato il 23 marzo a Palazzo Reale la sua mostra di dipinti prodotti in più di cinquant’anni.  La mostra continuerà fino al 3 giugno 2012.

Durante la conferenza i due amici di lunga data tratteranno della difficile situazione in cui si trova a vivere il nostro Paese. Naturalmente si dovrà prendere in considerazione anche il cataclisma politico nato in seguito alle ultime elezioni. Si cercherà di analizzare l’argomento con ironia e serietà.

Con questo appuntamento si chiude il ciclo di incontri con i letterati e gli studiosi dell’arte e della satira. E’ prevista la presenza di numerosi allievi dell’Accademia di Brera e della scuola di teatro Paolo Grassi.
Tutti potranno partecipare al dialogo.

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[AUDIO] Dario Fo contro Macao (incontro Ansaldo a Mi 18/05/2012)

REGISTRAZIONE DELLO SFOGO DI DARIO FO CONTRO IL "COLLETTIVO" MACAO ANSALDO (MI)
 
ORE 19:30 Dopo l'apertura dell'assessore Boeri a MACAO, e la dichiarazione del collettivo di MACAO di non volersi presentare all' adunata pubblica organizzata dal comune di Milano, quindi di non accettare l'offerta, lasciando l'Ansaldo.
 
Di seguito lo sfogo di Dario Fo imperniato su:
1. carenza di idee del collettivo, dichiarerà che bisogna avere delle idee per occupare uno spazio, a che serve un'occupazione senza idee? Citerà il caso della loro occupazione della palazzina liberty a Milano e del teatro piccolo di Strelher
2. arroganza per non voler discutere in assemblea e poca umiltà "non ci siamo mai alzati andando via con un vaffanculo in questa maniera."
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[STAMPA] B. secondo il comico "Psiconano truffolo e testa d'asfalto"

di Valentina Gasparro su ilFattoquotidiano di martedì 22/05/12
 
Oggi Silvio Berlusconi studia il "modello Grillo" e le sue parole d'ordine per recuperare un po' di consenso. Ma per anni il comico genovese ha strappato applausi proprio a spese dell'ex premier, dal "nano Truffolo" al celebre "psiconano, quello che straparla di sicurezza nelle piazze con la badante rossa" (27 settembre 2006). Già nel 1989 Grillo spiegava nei suoi spettacoli: "Ha comperato tutto, il Milan, la Standa per metterci la Carrà e anche l'Aids da quando ha saputo che si trasmette facilmente" (6 agosto 1989). Poco più tardi ironizzava sulle promesse del neo presidente del COnsiglio: "Berlusconi offre un milione di posti di lavoro e ci crede pure, cu crede sul serio, lui. Ma avete mai visto un uomo di Stato che giura sulla testa dei suoi figli? Non lo faceva neanche Bokassa, che di figli ne aveva 75". (7 gennaio 1996)
 
Impietoso sui capelli ("Testa d'asfalto") e sul fisico: "Ma lo avete visto al G7? Era il più piccolo di tutti. Un nanetto così in una società civile lo avrebbero messo a decorare il giardino". (7 gennaio 1996). "Lo psiconano è Berlusconi , truffolo è uno spot vivente, non c'è, non esiste, è un ologramma, un venditore di bava", commenta il comico durante un'intervista a Euronews (20 settembre 2007). Il politico-oleogramma alla ricerca di Bersani: Il PDmenoelle è l'assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza". (12 luglio 2009)

 

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[STAMPA] Dario Fo a Ecoshow

Dal 23 al 25 maggio, dalle 18 alle 21, si svolge la terza edizione di "Ecoshow, eventi online per l'ecologia".
Quest'anno il tema sarà ABC: Ambiente Bene Comune, con interventi di Dario Fo, Elinor Ostrom (Premio Nobel per l’economia 2009, Gunter Pauli (fondatore della Blue Economy e di Zeri.org), e di molti altri.
L’edizione 2011 di Ecoshow è stata seguita da più di 20.000 utenti unici, facendola diventare, nelle giornate di programmazione, la terza web TV più vista al mondo e la prima nella categoria non profit.
Buona visione!
 
Per scaricare il programma completo dell'evento clicca qui
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[STAMPA] Ora Dario Fo va contro Macao: "Diventino più umili"

Macao e l'assemblea all'ex Ansaldo
Il Nobel critica il collettivo dopo la decisione di leggere un comunicato all'assemblea presso l'ex Ansaldo e andarsene. "Devono ascoltare tutti". Boeri: "Stiamo rispondendo bene"

macao

L'assemblea indetta da Boeri venerdì sera all'ex Ansaldo ha visto 200 persone partecipare: ma non i ragazzi di Macao, i più attesi, quelli a cui l'assemblea era in gran parte dedicata. Solo una piccola delegazione, a sorpresa (perché avevano annunciato di non venire): hanno letto un comunicato e poi se ne sono andati. "L'Officina - ha replicato poi Boeri - non è un progetto precostituito, ma vorremmo diventasse uno spazio costantemente aperto, in un percorso di recupero degli spazi vuoti".
 
Il comportamento di Macao non è andato giù ad alcuni di coloro che avevano sostenuto fin da subito l'esperienza della Torre Galfa. Primo tra tutti lo stesso Boeri, che nel sottolineare che - se si fosse trattato di uno spazio pubblico - il comune non avrebbe chiesto lo sgombero, ha anche commentato amaramente la scelta di Macao di non partecipare di fatto all'assemblea: "Mi aspettavo un dialogo - ha spiegato - ma va bene così, noi comunque parliamo a tutti. Stiamo rispondendo nella maniera più giusta alla domanda che questa esperienza ci ha posto".
 
Molto critico il Nobel Dario Fo, che era stato tra i primissimi e più energici sostenitori di Macao. "Se non lasciano questo atteggiamento - ha commentato - e non diventano umili e curiosi di sapere e conoscere le idee degli altri, è difficile che crescano". Una stroncatura pesantissima, visto che peraltro arriva da chi iniziò (insieme a tanti altri) proprio con l'occupazione della Palazzina Liberty per fare teatro e cultura. "Non ci siamo mai alzati e andati via in queto modo - ha ricordato Fo - ci confrontavamo con la gente".
 
E anche Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale, ha voluto in qualche modo dare "consigli" a Macao: "In alcuni momenti - ha detto - bisogna raccogliere le forze e non sciupare le iniziative che le disperdono. Questo movimento aveva uno spirito maggioritario e non minoritario".
 
Intanto è prevista per sabato a pranzo la decisione finale su via Galvani. I ragazzi di Macao sono intenzionati a lasciare il presidio in strada per continuare altrove la loro attività.
 
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Lega ladrona parecchio cafona di Lidia Ravera su IlFattoquotidiano di venerdì 18 maggio 2012

Chiedeteci quello che volete: tasse, vassallaggi e balzelli. Mettete l'imposta sulla prima casa, sulla seconda moglie, sulla cuccia del cane. Epurateci, esodateci, licenziateci. Metteteci in cassa integrazione, in prepensionamento senza pensione, in aspettativa del sonno eterno... ma non costringeteci a farci carico della voracità dei figli scemi, della disonestà dei loro padri: la paghetta di Renzo e Riccardo, il naso di Sirio, gli alimenti alla nuora divorziata, le multe, i viaggi, le discoteche, la scuola della moglie, il sindacato dell'amica... Abbiamo pagato caro tutto. La Padania è arciladrona, ma è riuscita a mantenersi cafona: Bossi "the boss" ha rubato e lasciato rubare, sempre restando fedele al suo stile country-pop. Scandaloso eppure accuratamente medio-basso: la famigliola col figlio tonto che non riesce manco a prendere un diploma, la moglie che spinge il figlio tonto nell'azienda di famiglia perché al padre è venuto un colpo e non si sa mai, meglio mettere quattro ormoni giovani a tenere la postazione. Peccato che un partito non è un'azienda. I soldi che i suoi figli hanno sprecato, Bossi non se li è guadagnati producendo insaccati. Glieli ha gentilmente concessi lo Stato.

E lo Stato siamo noi.

 

Di Lidia Ravera da "il Fatto Quotidiano", 18 maggio 2012


DARIO FO RACCONTA LA SATIRA con SALVATORE SETTIS - Lunedì 21 maggio 2012 ore 18.30 a Palazzo Reale

DARIO FO RACCONTA LA SATIRA con SALVATORE SETTIS
Lunedì 21 maggio 2012 ore 18.30
Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

 

 

Dario Fo incontra Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, dal 1985 Professore ordinario di Storia dell’arte e dell’archeologia classica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa di cui, per undici anni, è stato anche Direttore. Polemiche le sue dimissioni da Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici in seguito all’impossibilità dialettica con l’allora Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi sull’arte e la conservazione dei monumenti. Insieme daranno vita ad un dialogo sulla pittura, a partire dalle tecniche impiegate fino allo studio del tempo in cui hanno operato i Grandi Maestri del Rinascimento come Leonardo, Giorgione, Mantegna, Correggio e Michelangelo

 

Dario Fo ha inaugurato da quasi due mesi a Palazzo Reale la mostra Lazzi Sberleffi Dipinti, nella quale sono esposte oltre 400 opere dagli anni giovanili dell'Accademia di Brera fino alle imponenti tele di satira realizzate appositamente per la mostra. Nel percorso si incontrano pitture e ricostruzioni di opere d’arte che si rivolgono in particolare alla situazione politica ed economica del Quattro e del Cinquecento in Italia. Nel dialogo sarà quasi d’obbligo mettere in evidenza le analogie spesso paradossali della situazione antica con quella a dir poco grottesca che oggi stiamo vivendo.
 
 
Il ciclo DARIO FO RACCONTA LA SATIRA -  si chiude con il dibattito con Stefano Benni il prossimo 28 maggio nello stesso luogo.
 
I partecipanti all’incontro avranno diritto all’ingresso ridotto alla mostra a € 7,5 anzichè € 9
Informazioni: www.mostradariofo.it

Ufficio Stampa Mazzotta - Stefano Sbarbaro [email protected]

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Estratto dal monologo di Marco Travaglio alla trasmissione QUELLO CHE (NON) HO di lunedì 14 maggio su LA7

Stare seduti su una montagna di soldi pubblici, deputati, senatori, sindaci, presidenti di regioni e province, assessori, consiglieri, portaborse, consulenti, banche, enti, aziende, autoblu, aerei blu, elicotteri blu, authority, tv, giornali, chiudere porte e finestre del castello, e poi strillare: “Oddio, un Grillo, prendetelo!”
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[STAMPA] Macao Milano, dopo lo sgombero Pisapia promette l’ex Ansaldo

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Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha deciso di intervenire sulla questione dello sgombero della Torre Galfa. Gli attivisti di Macao hanno protestato a lungo e alla loro voce si sono unite quelle degli utenti della rete, che si chiedevano perché Pisapia non intervenisse sulla questione. La rabbia è stata tanta da parte di coloro che si chiedevano per quale motivo il sindaco ha potuto permettere tutto questo. E in serata è arrivata la risposta del primo cittadino di Milano. Il sindaco ha deciso di intervenire nel corso dell’assemblea pubblica tra via Galvani e via Fara.

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Pisapia ha rivolto un saluto ai manifestanti e ha affermato: “Abbiamo delle difficoltà, dei ritardi. E capisco che non sia solo un problema di spazio. Macao è un progetto innovativo, Macao è la risposta della cultura all’incultura. Un progetto che possiamo costruire insieme“.
 
Poi ha promesso di mettere a disposizione del movimento culturale un altro luogo: “Ho parlato con gli assessori e abbiamo trovato una soluzione, un luogo che molto ricorda la storia di Milano. Metteremo a disposizione l’ex Ansaldo, in zona Tortona, un bellissimo spazio, nel giro delle prossime settimane, a chiunque voglia arricchire la città con progetti culturali“.
 
 

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CHIAMATEMI STREGA - un bellissimo Monologo di Barbara Giorgi scritto per Franca Rame

Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega.

Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.

Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.

E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!

Per cui sono Strega.

Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale…  sono io!

Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.

Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.

Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.

Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io – prima o poi – potrei finirci dentro.

 

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